Follia, stravaganza e amore per l’arte: la storia di Nerone, l’ultimo rappresentante della dinastia giulio-claudia.
Il rimorso dell’imperatore Nerone dopo l’omicidio di sua madre, John William Waterhouse. Olio su tela, 1878
Personaggio complesso e pieno di contraddizioni, è senza dubbio tra le figure più controverse della storia dell’antica Roma. Stiamo parlando di Nerone, imperatore romano, ultimo rappresentante della dinastia giulio-claudia.
Nerone, il cui vero nome era Nero Claudius Caesar Augustus Germanicus, figlio di Gneo Domizio Enobarbo, discendente da una famiglia di nobiltà plebea, e Agrippina Minore, figlia di Germanico e Agrippina Maggiore, nonché sorella di Caligola, nasce ad Anzio il 15 dicembre 37 d.C.
Salito al potere a soli 17 anni, Nerone guidò la città eterna dal 54 d.C. al 68 d.C. e il suo impero fu indubbiamente caratterizzato da un susseguirsi di scandali, primo tra tutti il matrimonio con la sorellastra Claudia Ottavia. Nerone, però, si innamorò poi di un’altra donna, Poppea Sabina, amore ostacolato dalla madre Agrippina: si narra infatti che Nerone fosse fortemente condizionato dalla figura di sua madre e che si fosse inoltre convinto che la madre avesse congiurato contro di lui e contro lo Stato per detronizzarlo. Questo lo spinge nel 59 d.C. a uccidere Agrippina, avvenimento che segnò un cambiamento radicale nell’imperatore romano e l’inizio di un governo distopico. Nerone quindi si liberò di una soggezione politicamente dannosa, divorziò da Ottavia e sposò finalmente la sua amata Poppea.
Tuttavia l’avvenimento che segnò radicalmente la vita di Nerone fu il Grande Incendio di Roma nel 64 d.C., incendio che partì dal Circo Massimo, per estendersi poi al Celio, al Palatino, fino a raggiungere quasi tutta la città. L’imperatore accusò i Cristiani residenti a Roma di essere gli unici veri colpevoli dell’incendio: già malvisti da gran parte della popolazione, alcuni di loro furono arrestati e condannati a morte. Nerone muore suicida il 9 giugno 68 d.C.: solamente dopo la sua morte fu ritenuto responsabile dell’incendio di Roma.
La figura di Nerone è sicuramente ambivalente: è stato uno degli imperatori dell’antica Roma più amati e più odiati allo stesso tempo, amato dal popolo e additato come matto e folle dai suoi avversari, è stato definito un pazzo che ha incendiato la città e la sua figura è stata tramandata nel corso degli anni come il primo autore di una persecuzione contro i cristiani e il responsabile del loro martirio.
Non bisogna però trascurare la passione sfrenata che nutriva per l’arte, la musica e il canto: amante e protettore della bellezza, dello sport e dell’arte in tutte le sue forme, in giovinezza fu guidato e istruito da Seneca, divenne colto ed ebbe un pensiero illuminato che cercò di applicare nei primi anni del suo impero. Nell’immaginario comune Nerone viene dipinto come un tiranno ma alcuni storici affermano con convinzione che il suo comportamento fu alla pari di quello di molti altri imperatori, non così pazzo e crudele come spesso se ne è parlato.
La sua personalità complessa e contradditoria ha affascinato anche il mondo del cinema, portando alla luce alcune produzioni a lui dedicate e ispirate, prima tra tutti “Quo Vadis”, film colossal del 1951 diretto da Mervyn LeRoy di genere storico drammatico, dove il Grande Incendio di Roma fa da sfondo e accompagna l’intero svolgimento della storia.
Altro film molto importante è “Nerone” del 1977 diretto da Mario Castellacci e Pier Francesco Pingitore, parodia dell’ascesa al trono imperiale di Nerone e primo film del Bagaglino.
Bibliografia
A. Angela, “L’ultimo giorno di Roma. La trilogia di Nerone”, HarperCollins Italia
Sitografia
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