La storia esemplare di Mary Leakey, archeologa e paleoantropologa britannica, una delle figure più importanti dell’antropologia del XX secolo, diventata famosa per le sue straordinarie scoperte e ricerche
I coniugi Mary Douglas Leakey e Louis Leakey (da www.commons.wikimedia.org)
Il 6 febbraio 1913 nacque a Londra Mary Douglas Leakey, famosa archeologa e paleoantropologa britannica. Trascorse la sua infanzia viaggiando molto in quanto il padre era un famoso pittore paesaggista e fu proprio grazie alla professione del padre che Mary si appassionò fin da piccola al disegno e alla pittura, ma anche all’archeologia e alla preistoria, in particolare grazie a un soggiorno nella regione francese della Dordogna, area ricca di siti preistorici e archeologici.
Tornata a Londra nel 1926 iniziò la sua carriera accademica che fu tutt’altro che brillante, ma che non le impedì di avvicinarsi al mondo dell’archeologia dove conobbe il famoso paleontologo britannico Louis Leakey, per il quale lavorò come illustratrice scientifica, finendo per innamorarsene. Mary e Louis si sposarono nel 1936 e formarono fin da subito un team perfetto anche nel lavoro, tanto da diventare inseparabili ed essere soprannominati “I Leakeys”.
Nel 1948 i coniugi iniziarono a lavorare e a scavare insieme sull’isola di Rusinga, vicino al lago Vittoria, dove Mary fece una prima spettacolare scoperta: portò alla luce il cranio, le mascelle e i denti di un antico primate che fu in seguito battezzato Proconsul africanus.
Si spostarono poi nella gola di Olduvai, sito archeologico molto importante nella pianura del Serengeti nella Tanzania del nord, e luogo dove si concentrarono particolarmente le ricerche dei Leakeys.
In particolare nel 1959 Mary fece la scoperta più sensazionale della sua vita: scoprì infatti il cranio ben conservato di un Australopithecus boisei, il più antico resto di ominide conosciuto all’epoca, datato circa un milione e 800 mila anni fa. L’Australopithecus boisei fu soprannominato Zinyanthropus boisei, o semplicemente “Ziny”, dal nome medievale della regione dell’Africa orientale, o anche “schiaccianoci”, per la presunta potenza delle sue mascelle e le dimensioni eccezionali dei suoi denti.
In seguito a questa scoperta i Leakeys si trasferirono in pianta stabile in Tanzania dove scoprirono quattro frammenti di cranio di Homo Habilis, una specie più antica dell’Homo Erectus, scoperta scientifica fondamentale perché si dimostrava l’esistenza di una specie umana precedente all’Homo Erectus, in grado di lavorare la pietra scheggiandola.
Altra importantissima scoperta dell’archeologa britannica risale a circa metà degli anni Settanta nelle vicinanze di Laetoli, in Tanzania: Mary trovò le impronte fossili perfettamente conservate lasciate da piedi di ominidi nella cenere vulcanica di Laetoli, impronte che divennero celebri come “la passeggiata di Laetoli”.
Mary Leakey è considerata una delle figure più importanti e di spicco dell’antropologia del XX secolo. Dotata di una perspicacia e di un intuito fuori dal comune, fu una ricercatrice pluripremiata per i suoi meriti scientifici e le sue scoperte e ottenne ben quattro lauree ad honorem.
La sua è una storia esemplare, e lo è non tanto per gli eccezionali traguardi raggiunti sul campo, ma soprattutto per la passione, la determinazione e la forza di volontà che l’hanno contraddistinta e che le hanno permesso di superare ogni ostacolo e di realizzare ogni sua ambizione.
Fu una gita bellissima. Passeggiai a lungo tra le torri di pietra sentendomi un’intrusa in un paesaggio antico di migliaia di anni. Al ritorno da Stonehenge, ci fermammo in un paese chiamato Avebury. C’erano degli scavi archeologici in corso e mia madre chiese il permesso di visitarli. Quando arrivammo al campo, trovammo una sorpresa ad attenderci: l’archeologo responsabile era una donna, Dorothy Liddell. Dunque una donna poteva diventare archeologo. Nella mia mente si accese una speranza.
(Mary Leakey)
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