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Livia Tartarone

Jago Artist

Jago è uno degli artisti contemporanei più giovani già affermati a livello internazionale e, fino al 3 luglio, tutte le sue sculture saranno visibili in una mostra a Roma a Palazzo Bonaparte.


Jago è uno scultore italiano che può già vantare diversi primati. È senza dubbio uno degli artisti contemporanei più giovani già affermati a livello internazionale. Nasce a Frosinone nel 1987 e a soli 24 anni viene selezionato da Vittorio Sgarbi per partecipare alla 54esima edizione della Biennale di Venezia, esponendo il busto di Papa Benedetto XVI (2009), scultura che dopo qualche anno rielaborerà dandole il nome di Habemus Hominem (2016).


È, poi, probabilmente l’artista più influente sui social networks. Dall’inizio della sua produzione artistica ha sempre documentato il suo lavoro passo dopo passo ottenendo un enorme seguito da parte degli utenti Instagram e Tiktok in particolare. Ha inoltre un suo personale sito web da cui è possibile accedere a un virtual tour delle sue opere.


La sua carriera decolla ufficialmente nel 2019, quando invia la sua scultura “First Baby” a una stazione spaziale in collaborazione con l’European Space Agency. L’opera, che rappresenta un feto realizzato interamente in marmo, viene riportata sulla terra nel 2020.


Ad oggi Jago ha realizzato ben dieci mostre personali e partecipato a undici collettive, ha realizzato cinque performance e vinto sei premi (tra cui la Medaglia Pontificia dopo la Biennale).


Da Maggio 2020 risiede a Napoli e grazie a Padre Antonio Loffredo (rappresentante della curia napoletana) ha un suo personale spazio di lavoro nella Chiesa di Sant’Aspreno ai Cruciferi. Qui realizza Look Down, che espone in Piazza del Plebiscito, e anche la Pietà in mostra a Santa Maria in Montesanto (Piazza del Popolo a Roma), ispirandosi a un tema cardine della cristianità nonché a una delle sculture più famose di Michelangelo.


Con la sua opera Jago ci comunica emozioni forti instaurando un rapporto diretto con il pubblico anche tramite la condivisione social del processo creativo che porta alla realizzazione della scultura stessa. In questo modo siamo tutti partecipi della genesi del suo lavoro. Il forte impatto delle sue opere è dato spesso dal ribaltamento dei temi a cui si ispira: nel caso della Pietà, l’opera non rappresenta la Vergine che regge il Figlio, ma una donna senza vita sorretta da un uomo che esprime tutta la sua sofferenza sul volto, rimandando al tema della paternità o anche alla capacità maschile di saper patire, amare, soffrire.

Tutto questo per scardinare gli stereotipi di genere: ognuno deve potersi riconoscere nelle sue opere.


Oggi tutte le sculture di Jago sono visibili in una mostra a Roma, a Palazzo Bonaparte. Il suo forte interesse per il pubblico si può notare anche dai numerosi firmacopie in giro per l’Italia o da visite guidate organizzate per spiegare direttamente le sue opere.


 

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