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Giulia Resta

Ipazia d’Alessandria

Matematica, astronoma e filosofa della Grecia antica, è stata una figura di fondamentale importanza nella storia del pensiero antico, simbolo dell’erudizione femminile e ponte tra la cultura romana e la cultura greca

“Hypatia” di Charles William Mitchell (1885). Olio su tela. Wikimedia Commons


Passata alla storia come simbolo femminile della libertà di pensiero, è la prima matematica donna della quale si hanno notizie certe. Stiamo parlando di Ipazia d’Alessandria, in latino Hypathia.

Ipazia è stata una matematica, astronoma e filosofa della Grecia antica, esponente della filosofia neoplatonica, famosa per il suo impegno civile e per la sua indipendenza.

 

Ipazia nasce ad Alessandria d’Egitto tra il 355 e il 270 d.C.: non si conosce esattamente l’anno di nascita, ma si colloca con certezza nella seconda metà del IV secolo. Sono poche le informazioni riguardo la sua famiglia e le sue origini, ad eccezione del padre Teone, importante matematico e filosofo alessandrino neoplatonico, che le insegna la matematica, la geometria, l’astronomia e la filosofia neoplatonica. Dal padre Teone eredita quindi la passione sia per le scienze matematiche che per le materie umanistiche.

 

Fin dalla tenera età, Ipazia si forma presso la biblioteca di Alessandria e, una volta diventata adulta, prende il posto di insegnante del padre presso il Museo, la massima istituzione culturale ellenistica dedicata alle muse, figure divine dell’epoca collegate all’arte e alla conoscenza. Oltre che insegnante però Ipazia è anche un’oratrice apprezzata e conosciuta: tiene infatti numerose lezioni di scienza e filosofia a folle di studenti.

 

Donna colta, pagana e libera, Ipazia sceglie consapevolmente di non sposarsi e non avere figli per poter dedicare la sua intera esistenza allo studio, alla ricerca e all’insegnamento. A lei vengono attribuite alcune importanti invenzioni, tra cui si ricordano in particolare l’astrolabio piatto, antico strumento astronomico utilizzato per calcolare la posizione di astri, satelliti e pianeti, e l’aerometro, strumento cilindrico utilizzato per stabilire il peso specifico dei liquidi.

 

Viene uccisa nel 415 d.C. da una folla di fanatici religiosi a causa delle sue ampie conoscenze e della sua volontà di essere una donna libera capace di esercitare il proprio pensiero. La sua è stata una morte atroce: prima prelevata e portata via con la forza, poi umiliata e percossa, e il suo corpo è stato mutilato e bruciato.

La figura e la storia di Ipazia nel corso degli anni hanno suscitato parecchia curiosità e interesse al punto da avere un enorme successo anche nel mondo dell’arte e dell’intrattenimento. È stata infatti celebrata in romanzi, poesie, fumetti, quadri, opere teatrali e cinematografiche, tra cui in particolare il film “Agora”.

 

Agora è un film del 2009 di genere drammatico-storico diretto da Alejandro Amenábar, distribuito da Mikado Film, con protagonista Rachel Weisz nei panni di Ipazia. Ambientato ad Alessandria d’Egitto nel 391 d.C., la pellicola narra in forma romanzata la vita della matematica, astronoma e filosofa greca Ipazia che, durante l’epoca delle persecuzioni anti-pagane stabilite per legge dai decreti teodosiani, lotta per salvare il sapere del suo antico mondo dalla distruzione.

Il film è stato presentato nel 2009 al 62° Festival del cinema di Cannes e al Festival Internazionale del film di Toronto. Nel 2010 vince il Nastro d’Argento per i migliori costumi e 7 Premi Goya per miglior sceneggiatura originale, migliore fotografia, miglior scenografia, migliori costumi, miglior trucco, miglior produzione e migliori effetti speciali.

 

Difendi il tuo diritto di pensare, perché anche pensare male è meglio che non pensare affatto.

(Ipazia d’Alessandria)


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