Aurelia Cotta, saggia e influente matrona romana e madre di Gaio Giulio Cesare, descritta dagli storici come la “matrona ideale”
“Aurelia” di Dante Gabriel Rossetti (1863-1873). Wikimedia Commons.
Conosciuta principalmente come la madre di Gaio Giulio Cesare e descritta da Tacito e Plutarco come “la matrona ideale”, Aurelia Cotta fu una delle figure femminili più importanti della Roma antica e una delle nobildonne più conosciute.
Aurelia Cotta nacque il 21 maggio 120 a.C. a Roma. Figlia di Rutilia e Lucio Aurelio Cotta, console e uomo politico romano, discendeva da una famiglia di rango consolare, nonché una delle famiglie patrizie romane più antiche.
Aurelia sposò in giovane età Gaio Giulio Cesare il Vecchio, così chiamato per distinguerlo poi dal figlio, appartenente alla gens Iulia, antica e gloriosa famiglia romana, una delle più importanti dell’antica Roma, che faceva risalire le sue origini a Iulo, figlio di Enea. I due ebbero tre figli: Giulia Maggiore, Giulia Minore e Gaio Giulio Cesare, generale, console e dittatore romano.
Aurelia Cotta rimase vedova molto giovane: il marito infatti, molto più grande di lei, morì improvvisamente quando ancora Giulio Cesare non aveva nemmeno compiuto 16 anni. Nonostante la sua giovane età, Aurelia decise di non risposarsi e di crescere e allevare i suoi figli da sola: rivestì infatti un ruolo fondamentale nell’educazione dei suoi figli, in particolare del figlio maschio, proiettando su di lui molte delle sue aspettative e ambizioni.
Descritta dalle fonti antiche come matrona irreprensibile, Aurelia è una donna di cui sappiamo molto proprio perché le fonti antiche parlano spesso di lei, caso abbastanza raro quando si parla di donne e ancora di più di donne che non hanno avuto ruoli politici.
Donna intelligente, saggia, accorta e indipendente, di spiccata virtù, notevole influenza e incantevole bellezza, è stata di esempio per tutte le matrone successive e ha sempre goduto di ottima reputazione e stima in tutta Roma.
Aurelia Cotta - “Promptuarii Iconum Insigniorum” di Guillaume Rouillé. Wikimedia Commons.
In particolare viene ricordato un episodio in cui Aurelia intervenne a sostegno del figlio Giulio Cesare, episodio riguardante uno scandalo avvenuto durante le feste della Bona Dea, che si svolgevano all’inizio di dicembre. Nel 62 a.C. i festeggiamenti in occasione della festività della Bona Dea si tennero presso la casa di Giulio Cesare, poiché ricopriva la carica di Pontifex Maximus. La notte tra il 4 e il 5 dicembre si svolgevano i Damia, riti in onore della Bona Dea, assolutamente vietati agli uomini. Si narra che Clodio si introdusse di nascosto all’interno dell’abitazione aiutato da una delle ancelle di Pompea, moglie di Cesare, travestito da donna, venendo però poi scoperto. Fu un enorme scandalo e Aurelia, che presiedeva il rito, fu una figura centrale in questa vicenda: non fece nulla per mettere la cosa a tacere, anzi si narra che quella notte si sia aggirata per casa percorrendo tutte le stanze finché non trovò Clodio nascosto nella camera da letto di Pompea, di cui era l’amante segreto, e lo cacciò via.
Aurelia fu quindi sicuramente una figura centrale e indispensabile nella vita del figlio: ha infatti saputo saggiamente consigliare e supportare il giovane e ambizioso Giulio Cesare, che l’ha sempre tenuta in grande considerazione, chiedendole aiuto e sostegno nei momenti di difficoltà.
Morì il 31 luglio 54 a.C. a Roma, quando suo figlio Cesare aveva appena compiuto l’impresa di trionfare militarmente in Britannia.
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